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27

Apr
Visione: Uno schema distribuito, modulare, interoperabile, scalabile, longevo

Nel corso di quasi 20 anni, la nostra storia dello sviluppo software ha progressivamente e costantemente introdotto nella creazione dei prodotti, modelli e tecnologie innovative al passo con i tempi e i grandi cambiamenti di mercato.

Questo aspetto è indispensabile se si vuole rimanere in linea e aggiornati sul continuo rinnovamento tecnologico del nostro settore, quello dell’IT. Forse l’Organizzazione Sindacale, per sua tradizionalità, non lo avrebbe neppure richiesto, ma per noi è sempre stato un dovere, un obiettivo quello di rispettare gli stessi standard, se non maggiori, che il mercato offre, analizzando attentamente l’approccio al cambiamento per evitare decisioni errate.

Per quanto si faccia fronte agli aggiornamenti tecnologici, nello sviluppo del software ci si ritrova davanti a delle variazioni insostenibili, questo per le dimensioni e per gli investimenti di ciò che si è realizzato nel tempo. Ciò è ancora più vero, quando i software gestionali, si presentano come un blocco monolite che contiene tutti gli elementi di computo, calcolo e stampa e per sua tradizionalità di sviluppo, è sempre stato così.

Ma i paradigmi stanno cambiando e nuovi schemi si stanno affacciando ad una visione che dia una maggiore longevità al software e agli investimenti affrontati.

Più volte difatti ci siamo trovati nella condizione di dire: questo software ormai ha vecchie tecnologie va riscritto. Frase pronunciata da qualsiasi Software House (nessuna esclusa) causando all’interno dell’Organizzazione una ripartenza per rinnovo tecnologico, impattando notevolmente sugli investimenti sostenuti.

A questo problema non c’è una vera e propria soluzione, poiché l’informatica, crea prodotti con le stesse regole di mercato di altri, l’innovazione cresce e i prodotti invecchiano, vino a mostrare le obsolescenze.

E’ vero anche che noi siamo in un’organizzazione dove la responsabilità di spesa e di mantenimento degli investimenti fatti, diventa un principi fondamentale di responsabilità economica.

Per questo alla fine una soluzione va trovata o va progettata.

Su questo obiettivo, abbiamo aperto una riflessione come Sintel e con la compagine Innovazione e Sviluppo già a fine 2021, analizzando e costruendo le basi verso un nuovo modello di architettura moderna, maggiormente modulare, atomica, distribuita, scalabile e interoperabile con l’insieme dell’ecosistema software in CGIL. Lo scopo è quello di scomporre ogni parte monolitica in servizi (micro-medio-macro) che vengano messi a disposizione di tutti formando così una costellazione di utilità che non siano necessariamente racchiuse in un unico monoblocco (tipico del gestionale tradizionale).

microservices

Questa scomposizione permette di mantenere meglio nel tempo i singoli blocchi rispetto a quelli maggiormente utilizzati e che hanno necessità di crescere funzionalmente o dal punto di vista logico, l’architettura parte dal principio che ogni modulo è staccato da un altro, al fine di essere rifattorizzato (re-factoring) in qualsiasi momento senza necessariamente dover portarsi dietro altri servizi che possono rimanere isolati.

E’ facile dunque comprendere quanto questo tipo di architettura possa avere una vita inesauribile senza necessariamente trovarsi in un binario morto e di non ritorno come spesso è avvenuto per alcuni dei software della CGIL.

Altro aspetto di vantaggio, sta nel fatto che ogni singolo servizio può essere (e deve essere) trasversale agli altri progetti/applicativi, servendoli di funzionalità che spesso sono ricorrenti e che di conseguenza possono essere messe a fattor comune. Un esempio sono i servizi di autenticazione, o i servizi di archiviazione digitale documentale che risiedono in quasi tutti gli applicativi e che ad oggi costituiscono degli sviluppi separati che possono essere facilmente razionalizzati in un modello di sviluppo condiviso con i forti vantaggi di ridurre i sistemi da mantenere nel tempo e di conseguenza, guadagnare in vantaggio competitivo.

Una seconda evoluzione di un modello di sviluppo condiviso che ha già visto lavorare insieme gruppi di lavoro differenti per la costruzione di un modulo, ma spesso non è conforme ad un modello organizzativo di condivisione degli artefatti realizzati, costruendone di nuovi; un problema forse non di carattere tecnico, ma che dovrebbe essere risolto con un protocollo di avvio progettuale più in sincronia tra le parti.

In ultimo, occorre pensare con uno sguardo al futuro, cercando di mirare a quelle che possono essere le prospettive in termini di turn-over del personale o nuovi possibili futuri inserimenti. E’ abbastanza difficile pensare di reclutare personale per lavorare con tecnologie obsolete e non più disponibili, soprattutto in un mercato dove i professioni sono sempre alla ricerca di una crescita professionale e un continuo aggiornamento.

Questi i punti di valutazione dirimenti per le decisioni future strategiche da intraprendere, con l’obiettivo di mantenere un passo d’avanguardia verso prospettive future per l’Organizzazione, verso quell’impegno costante che tutti i giorni svolgiamo nella costruzione di soluzioni informatiche innovative.

 

Riccardo Di Capua

Riccardo Di Capua


Amministratore Delegato
Sintel S.r.l.